MANUELE FOLLI, LA GIOIA DEL RITORNO

MANUELE FOLLI, LA GIOIA DEL RITORNO

SERIE A SILVER

A volte lo sport regala occasioni impensabili: dopo 7 stagioni, a 32 anni compiuti, MANUELE FOLLI torna al Romagna.

Pivot mordanese, classe 1991, Folli rappresenta un tuffo nostalgico nel passato della pallamano del nostro territorio: prima di cambiare casacca, fu uno dei protagonisti degli anni d’oro che videro il Romagna approdare a due semifinali Scudetto in serie A1, con un’altra manciata di ottime stagioni nella massima serie, con tanto di debutto nelle Coppe Europee.

Certo, il suo momento di massimo splendore agonistico, Folli lo visse nel settore giovanile, quando trascinò da capitano la squadra verso un biennio d’oro con un doppio scudetto ai nazionali under 18 nel 2007/2008 a Cassano Magnago e nel 2008/2009 ad Agrigento. Tempi luminosi di un Romagna che, sotto la guida di coach Domenico Tassinari, dominava in lungo e in largo in Italia.

Fratello di quel Matteo che fu leader della prima squadra alla ribalta negli anni delle semifinali Scudetto, nonché uno dei principali prodotti del vivaio romagnolo negli ultimi decenni: a suo fratello, Manuele è sempre stato molto legato, sia in campo che nella vita privata. E figlio di quel Marco, purtroppo prematuramente scomparso pochi mesi fa, che fu tra i principali fautori in prima linea accanto a Domenico Tassinari della Società durante il periodo di massimo successo sportivo. Fu grazie soprattutto a lui che il progetto ebbe la possibilità di alzare l’asticella ai massimi vertici italiani, con la doppia incursione in Europa.

Padre di due splendidi figli, Manuele ritroverà, dunque, il sapore del campo, dello spogliatoio, del gruppo e delle trasferte, come in una seconda giovinezza. Sapori già ritrovati, in parte, nella seconda parte della scorsa stagione, quando scese in campo con la Pallamano Imola in serie B di coach Melis.

Ora, in una splendente giornata estiva di fine luglio, la chiamata dello staff tecnico-dirigenziale della Pallamano Romagna. Una chiamata che non poteva essere (evidentemente) rifiutata, da un ragazzo (ora uomo) che ha questi colori nel sangue, da sempre.

A livello tecnico, la possenza fisica permette a Folli di districarsi nel muro difensivo avversario e di alzarne uno di assoluto valore in difesa, accanto ad un altro veterano come Rinaldo Ceroni, ma anche ai giovani dal grande potenziale come  Luca Tondini e Mirco Rinaldo.
Negli anni, ha saputo trasformarsi da fenomenale centrale ai tempi delle giovanili a ottimo pivot, anche perché fisicamente la trasformazione è divenuta imponente ed importante.

Dovrà trovare i giusti ritmi sia in allenamento che in partita, ma la grinta e la determinazione mostrati nell’accettare questa sfida agonistica, saranno alla base della sua stagione e delle sue prestazioni. Lasciò la squadra in serie A1, ora la ritrova al piano di sotto, con tante ambizioni, tanti cambi nel roster e nello staff tecnico: sarà determinante la sua capacità di adattamento ad una realtà piuttosto diversa rispetto ad un settennio fa.

Manuele Folli, un ritorno in prima squadra dopo 7 stagioni: le tue prime emozioni?
“Sinceramente tanto stupore, perché è stata una chiamata molto inaspettata! Ma sono anche molto felice, perché a 32 anni e dopo 7 anni, mi è stato permesso di rimettermi alla prova in un campionato di qualità”.

Aveva ragione, quindi, Venditti quando cantava che “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”?
“Le canzoni hanno sempre un fondo di verità! Il Romagna è la squadra che mi ha cresciuto sia come uomo prima di tutto e poi come atleta ed è quella nella quale ho avuto le più grandi soddisfazioni pallamanistiche: quindi sì, certi amori fanno fatica a finire”.

Torni a vestire la maglia del Romagna dopo quel periodo meraviglioso in cui la tua squadra disputò le semifinali Scudetto. Che ricordi hai?
“Ricordo, innanzitutto, il gruppo che avevamo composto, eravamo una famiglia, chiunque avrebbe lottato fino alla morte per aiutare il compagno vicino ed è forse questo il motivo principale che con una squadra giovane e, sostanzialmente, del paese, siamo riusciti a raggiungere un traguardo storico come le semifinali scudetto. Tra l’altro sfidando a testa alta delle super corazzate come Carpi, Bolzano e Fasano. L’altro ricordo indelebile è stato l’esordio nelle Coppe Europee, traguardo mai raggiunto dal Romagna e da quasi nessuno di noi in quel momento. Davvero un periodo fantastico!”

Per chi se lo fosse perso, il tuo percorso storico vede un paio di scudetti a livello giovanile con quel gruppo di coetanei, classe 1991 e 1992, di cui eri il capitano. Cosa ti resta di quel periodo?
“Si, eravamo un’under 18 fortissima con cui nelle annate 2007/08 e 2008/09 abbiamo portato a casa lo Scudetto per due anni di fila e per un pelo non siamo riusciti a confermarci l’anno successivo perdendo solo in finale.
Ero il capitano per anzianità (anche se di poco), ma quel gruppo non aveva bisogno di un capitano perché eravamo talmente affiatati che la squadra andava avanti da sola: lo dimostra il fatto che tutt’ora siamo tutti molto uniti. Resta, sicuramente, il pensiero di aver portato a casa il Tricolore per ben due volte e per questo mi vengono ancora i brividi quando ci penso! E rimane il gruppo di amici che abbiamo consolidato negli anni successivi con uno splendido rapporto di amicizia che ci lega ancora”.

Nella scorsa stagione sei tornato in pista, dopo qualche anno di inattività agonistica, entrando nelle rotazioni della Pallamano Imola in serie B: è proprio una passione?
“L’anno scorso avevo bisogno di sfogarmi un po’ e parlando con alcuni compagni, c’è stata la possibilità di entrare nella Pallamano Imola, seppur solo nella seconda parte dell’anno. Non era una tappa di avvicinamento  questa stagione, perché, come dicevo prima, la chiamata in A Silver è stata totalmente inaspettata. Certamente, i mesi trascorsi all’HC Imola mi hanno aiutato a riprendere un po’ di confidenza con il 40×20”.

Cosa puoi dare al nuovo coach Ortega?
“Darò, sicuramente, tutto me stesso, come ho sempre fatto in tutti gli anni di pallamano in cui ho giocato, a partire dai trofei Topolino fino alla serie A. Sarò a disposizione per qualsiasi cosa e proverò a dare una mano il più possibile alla squadra per provare a raggiungere traguardi importanti”.

Entri in uno roster che si è rinnovato tanto in estate e con il tuo carisma e la tua esperienza sarai uno dei perni dello spogliatoio: condividi?
“Come dicevo prima, darò tutto me stesso per la squadra e i compagni. Spero di entrare bene nel gruppo e proverò a portare un po’ della mia esperienza che ho maturato in questi anni anche perché è un gruppo giovane, soprattutto il blocco rimasto dallo scorso anno per cui spero di essere importante per tutti”.

A chi dedichi questo ritorno alla ribalta
“Indubbiamente lo dedico alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei bimbi che mi seguono sempre; a mia mamma che ci ha sempre seguiti, a me e a mio fratello, in qualunque parte del mondo andassimo a giocare a pallamano; a Matteo che nonostante il lavoro che abbiamo, mi lascia il mio spazio per “sfogarmi” e divertirmi. Ma la dedica più grande va certamente a mio babbo che purtroppo è venuto a mancare due mesi fa: se sono l’uomo che sono ora lo devo tanto anche a lui! Inoltre, per la pallamano ha dato il cuore e l’anima per quel gruppo che lui e il “Tasso” avevano costruito. Spero di farlo divertire anche lassù”.

Ufficio Stampa PALLAMANO ROMAGNA

Carlo Dall’Aglio

Carlo Dallaglio